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Interviste

Interviste ai Tatuatori : Luca Sala

Luglio 5, 2017 by admin Leave a Comment

Intervista a Luca Sala

Tatuatori.com ; Ciao, quando hai cominciato ad interessarti di tatuaggi ?

Luca Sala : Ho iniziato ad interessarmi ai tatuaggi fin da piccolo in quanto fortunatamente avevo delle persone tatuate vicino a me già allora; ed infatti ho iniziato a farmi il primo tatuaggio a quattordici anni.

Tatuatori.com : Parlami del tuo stile e delle tue influenze artistiche….

Luca Sala : Inizialmente avendo frequentato l’accademia di Brera mi sono approcciato all’arte ammirando e cercando di eseguire lo stile realistico ma nel tatuaggio sono stato catturato da subito dalla bellezza e dalla storia del tatuaggio Old-school.

Tatuatori.com : Esegui solo lavori nel tuo stile o cerchi di soddisfare idee del cliente anche se non ti rispecchiano come artista ?

Luca Sala : Cerco di eseguire quasi tutti gli stili in base alle mie possibilità e conoscenze cercando di soddisfare ogni cliente fortunatamente il 90% delle richieste riguardano lo stile classico che comunque cerco di reinterpretare secondo i miei gusti

Tatuatori.com : Quanto tempo dedichi al disegno e alla studio di tuoi pezzi ?

Luca Sala : Sicuramente dedico moltissimo spazio ad ogni studio dei tatuaggi che eseguo ma purtroppo le tante ore di lavoro non mi permettono di realizzare molte tavole

Tatuatori.com : Quello del tatuaggio e’ un mondo in continua evoluzione, cosa e’ cambiato intorno a te da quando hai iniziato e in quale direzione pensi che stia andando il mondo del tatuaggio ?

 

Luca Sala : Sicuramente è cambiata la facilità con la quale la gente si approccia al mondo del tatuaggio limitando al minimo il vecchio apprendistato, cosa che per me rimane importantissima. in futuro ahimè penso che quest’arte tenderà a diventare sempre più inflazionata poi ovviamente sta al cliente scegliere il Tatuatore che porta avanti con passione ed etica questo lavoro.

Tatuatori.com : Parlami del processo creativo che ti porta al tatuaggio su pelle, di come preferisci lavorare, se prepari bozze o disegni finiti su indicazioni del cliente, etc. etc.

 

Luca Sala : Diciamo che per quanto riguarda il Traditional il mio lavoro si divide in due tipi, uno si tratta di riprodurre quasi fedelmente i Flash storici, e l’altro partendo dall’idea di base del cliente realizzare in stile tradizionale il soggetto richiesto cerco sempre di studiare il soggetto su carta per quanto riguarda la grafica mentre solitamente la colorazione mi viene di getto man mano che coloro il tatuaggio.

Tatuatori.com : Cosa diresti a chi vuol intraprendere la strada per diventare tatuat

 

ore/trice ?

Luca Sala : Consiglierei di effettuare un vero e proprio apprendistato come si faceva una volta evitando quelle scuole o corsi che in tre giorni promettono di insegnare un’arte che a mio avviso non si smette mai di imparare anche dopo venti trent’anni di attività

Tatuatori.com : Che spazio hanno i social network nel tuo lavoro ?

Luca Sala : I Social Network sono molto importanti perché danno la possibilità di farsi conoscere al mondo intero e non dimentichiamoci gratuitamente, soppiantando ormai da tempo il cartaceo .

Tatuatori.com : Un commento finale per i lettori di Tatuatori.com ?

Luca Sala : Grazie a tutti per avermi dato l’ oppotunità di questa intervista grazie per portare avanti questo progetto per questa arte che a distanza di anni definisco ancora di più una passione ad un lavoro.

Instagram : https://www.instagram.com/lucasalatattooing/

 

 

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Filed Under: Interviste, Professione Tatuatore, Tatuatori

Fabrizio Di Benedetto

Febbraio 21, 2017 by admin Leave a Comment

Per la serie conosciamo meglio i Tatuatori, qui di seguito l’intervista in esclusiva per Tatuatori.com a Fabrizio Di Benedetto del Soulside Tattoo di Roma

Buona lettura.

 

1. Kunan (Tatuatori.com) Ciao, quando hai cominciato ad interessarti di tatuaggi ?

Fabrizio Di Benedetto  : Ciao Kunan
Posso dire che tutto è cominciato per colpa di Ozzy Osbourne!

Da ragazzino comprai il primo numero di una rivista di heavy metal con Ozzy in copertina … i suoi tatuaggi colorati mi colpirono moltissimo e già da allora (avevo circa 12 anni) decisi che appena possibile dovevo assolutamente averne uno pure io.

Nello stesso periodo durante una vacanza estiva conobbi un amico dei miei che aveva una rosa con cuore tatuata sull’avambraccio realizzata a mano : non riuscivo più a staccare gli occhi da quel tatuaggio. Avevo deciso che avere un tatuaggio era una cosa da gran figo. Il colpo di grazia arrivò al liceo, dopo aver visto la scena del film “Christiane F.” in cui ,legando tre aghi con filo e cera, i tipi si facevano un tatuaggio a mano.  Piantai gli aghi inchiostrati nella mia caviglia seguendo le istruzioni e tutto ebbe inizio.

Nel 1992, ancora minorenne, dopo un concerto ,finalmente mi feci fare il mio primo tatuaggio a macchinetta da un tizio assurdo, che se ci ripenso ancora mi vengono i brividi….. Inutile dire che le cose allora in italia erano molto (ma molto) diverse da oggi.

 

2. Kunan : Parlami del tuo stile e delle tue influenze artistiche….
Fabrizio Di Benedetto : Lo stile a cui sono approdato nel corso degli anni e nel quale ho trovato la mia dimensione è il tradizionale giapponese. Negli ultimi anni mi sono cimentato con passione anche nel tebori . Penso che il tatuaggio giapponese tradizionale rappresenti la più forte e incisiva forma artistica esistente nel tatuaggio. Permette di realizzare lavori di grandi dimensioni con un unico tema conduttore ( lo sfondo ). L’impatto visivo e l’eleganza al tempo stesso sono , a mio parere, ineguagliabili.

Chiaramente la difficoltà maggiore è cercare sempre di rispettare alcune regole fondamentali negli accostamenti dei soggetti ,nei colori e soprattutto nella logica che devono seguire gli sfondi.

Quando realizzo un pezzo mi reputo soddisfatto quando lo trovo il più possibile …. tradizionale.
Come riferimento studio e cerco di prendere ispirazione consultando i libri dei grandi maestri del genere.
La sfida più grande per me è realizzare ogni pezzo con l’idea che con il passare degli anni risulti sempre valido ed attuale, che è la sensazione che provo guardando le foto dei lavori di 30 anni fa di grandi maestri come Horiyoshi III, Horitoshi I, Horikyo,  Horikazu solo per citare i più famosi.

 

3. Kunan : Esegui solo lavori nel tuo stile o cerchi di soddisfare idee del cliente anche se non ti rispecchiano come artista ?”

Fabrizio Di Benedetto : Nel corso degli anni ho tatuato di tutto e di più, il mio mestiere è fare i tatuaggi. Provengo dal tradizionale americano, non mi dispiace fare lavori in bianco e nero figurativi.
In ogni caso sarei un ipocrita se ti dicessi che in studio non facciamo  pure la scrittina, l’infinito con le lettere o il soffione che diventa rondini … Non amo questo tipo di soggetti ma non essendo un ricco ereditiero se voglio mantenere aperto uno studio devo lavorare ogni giorno per fare la spesa e pagare le bollette.
In ogni caso mi impegno sempre per dare il massimo su ogni lavoro perché, anche se il tatuaggio che mi viene chiesto non rientra nei miei gusti, rispetto i miei clienti  e sono sempre grato loro per avermi scelto.
Chiaramente se penso che un tatuaggio sia veramente una schifezza lo rifiuto senza farmi troppi problemi.

4. Kunan : Quanto tempo dedichi al disegno e alla studio di tuoi pezzi ?
Fabrizio Di Benedetto : Questo dipende molto da cosa devo fare e da quanta confidenza ho con il soggetto che mi viene richiesto.
In ogni caso la mia giornata lavorativa la passo con la macchinetta o con la matita in mano.

 

5. Kunan : Quello del tatuaggio e’ un mondo in continua evoluzione, cosa e’ cambiato intorno a te da quando hai iniziato e in quale direzione pensi che stia andando il mondo del tatuaggio ?”

Fabrizio Di Benedetto : Quando ho cominciato io fare il tatuatore era una cosa ancora abbastanza rara, oggi per molti è diventato un mestiere come tanti altri.

Non ci sono più molti segreti da tramandare: gli aghi si comprano fatti, i puntali sono usa e getta, le macchinette le vendono a tutti e di tutti i tipi.
Senza stare a fare il nostalgico prendo atto del mondo che cambia e mi adeguo.
Il lato positivo è che ogni giorno spunta fuori qualche giovane nuovo talento e questo deve servire da sprono per chi lo fa già da tempo come me a non adagiarsi sugli allori.
Sempre col coltello tra i denti!

 

 

 

6. Kunan : Parlami del processo creativo che ti porta al tatuaggio su pelle, di come preferisci lavorare, se prepari bozze o disegni finiti su indicazioni del cliente, etc. Etc.

Fabrizio Di Benedetto : Quando si tratta di lavori grandi preparo i soggetti pricipali su carta e li riguardo con il passare dei giorni per capire a mente fresca cosa migliorare.

Gli sfondi invece li penso e ripenso, poi prendo il pennarello e vado diretto su pelle: di solito una volta su pelle la mia idea principale viene stravolta dalle forme del corpo e da quello che esce fuori al momento.
La prima seduta di una sleeve è quella per me più impegnativa e delicata.
Non mi piace molto che il cliente mi dia troppe direttive : ascolto, valuto, vengo incontro alle richieste purchè ragionevoli ,ma alla fine se una cosa la devo fare io deve essere come dico io.

 

 

 

7. Kunan : Cosa diresti a chi vuol intraprendere la strada per diventare tatuatore/trice ?

Fabrizio Di Benedetto : Se pensi che sia una strada facile sei ancora in tempo per ripensarci!

 

8. Kunan : Che spazio hanno i social network nel tuo lavoro ?

Fabrizio Di Benedetto : Non ti nego che i social network rivestono un ruolo importante per un tatuatore.

Sono una ottima vetrina per mostrare il proprio lavoro e permettono di raggiungere ed interagire con un grande numero di persone.

Tramite i social ho potuto mettermi in contatto anche con dei colleghi con i quali poi sono nati rapporti di scambio e amicizia nella vita reale.

 

9. Kunan : Un commento finale per i lettori di Tatuatori.com ?

Fabrizio Di Benedetto : Ci sono centinaia di bravissimi tatuatori in Italia :non ci sono più scuse per avere un tatuaggio brutto sulla propria pelle.
Scegliete con cura il vostro tatuatore e soprattutto non andate al risparmio!!!

Ciao a tutti!

Kunan : Ti ringrazio per il tempo che hai dedicato ai lettori di Tatuatori.com, qui sotto tutti i contatti di Fabrizio Di Benedetto e altre foto.

Sito web : www.soulside-tattoo.it

Facebook : https://www.facebook.com/soulsidetattoo

Instagram : https://www.instagram.com/fabriziodibenedetto/

Se vuoi leggere altre interviste : Interviste Tatuatori

Filed Under: Interviste, Tatuatori

Intervista a Costanza Brogi (Kobrax)

Agosto 18, 2016 by admin Leave a Comment

Gallo (Twilight Tattoo) intervista Costanza Brogi (Kobrax), autrice del nuovo libro sul tatuaggio tradizionale giapponese “Il fiore nell’ombra. Percorsi attraverso il tatuaggio tradizionale giapponese“
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 (in foto Costanza Brogi tatuata da Luke Red)
1: Ciao Costanza, cominciamo con una domanda di rito, parlaci un po di te, del tuo percorso e di come ti sei avvicinata al tatuaggio giapponese.
Il Giappone mi ha sempre affascinato fin da bambina, la stessa attrazione la provavo per il tatuaggio ed i soggetti che richiamavano l’Oriente mi piacevano, anche se verso la fine degli anni 90, quando ho inziato i primi approcci (il primo libro in assoluto che ho comprato, anzi mi ha comprato mia mamma, era del 1997) era tutto molto diverso da ora. Il fascino che emana un horimono ha cominciato ad investirmi dopo, specialmente con le foto dei vecchi lavori tradizionali che ho apprezzato in una vecchia copia che ho del Ransho.
Ho iniziato a voler capire bene quella magia, da qui l’inizio degli “studi” comprendenti leggende, figure mitologiche e anche storia del tatuaggio giapponese. Contemporaneamente ho iniziato a collezionare libri su Horimono, Ukiyo-e e tutto quanto riguarda il Giappone. Attualmente sto studiando anche la lingua, cosa che mi sta dando la possibilità di sentirmi ancora più vicina a questa nazione.
2: Questo è il tuo primo libro, da cosa è nata l’esigenza di produrre un lavoro di questo tipo?
Con il tempo ho visto di come sia salito di livello il tatuaggio giapponese in Italia, abbiamo degli artisti invidiabili, sia per il new school che per il tradizionale, però allo stesso tempo mi sono resa conto di quanto sia sbilanciato il materiale che si trova sull’argomento nella nostra lingua rispetto all’inglese o al giapponese, perciò ho pensato potesse essere utile mettere nero su bianco quanto ho appreso in questi anni documentandomi, d’altronde a cosa serve sapere se non viene condiviso? E niente meglio di un libro avrebbe potuto farlo
3: Durante la tua ricerca, quali sono gli aspetti che maggiormente ti hanno colpito?
Sicuramente la parte che per me è stata più interessante in fase di ricerca è stata quella strettamente tecnica, strumenti etc… Il cercare, anche tramite testi che parlavano di ukiyo-e, come venivano fabbricati gli inchiostri da tatuaggio, le varie tecniche usate dai maestri ed i loro strumenti di lavoro
4: Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato?
Senza dubbio, strettamente collegato al libro, il reperire materiale fotografico, per fortuna diversi giapponesi mi hanno aiutato e qui colgo l’occasione per ringraziare Akira Okahashi, Koume Books, il maestro Nakamura Toshikazu e il maestro Horikyo di Osaka.
Un ringraziamento speciale va a Masao, grande amico di origine giapponese che mi ha aiutato con le traduzioni dei testi in giapponese che ho usato come fonti per il libro.
5: Decidere di produrre un lavoro di questo tipo in lingua italiana è una scelta coraggiosa, cosa ti ha portato a prenderla? Pensi on futuro di tradurre il tuo libro in inglese?
Sicuramente un lavoro così in italiano ha un pubblico più ristretto rispetto a quello che potrebbe avere se fosse in inglese, ma il punto è proprio questo, in inglese c’è già diverso materiale, ma magari, anche se come lingua è molto diffusa, può non essere accessibile in pieno a tutti. La mia idea era di fare un lavoro che potesse essere di aiuto prima di tutto al pubblico italiano e spero possa aiutare la scena del tatuaggio giapponese in Italia a crescere ancora, questa sarebbe per me un’immensa soddisfazione, spero che il mio lavoro possa dare un piccolo contributo.
Non saprei se tradurre, attualmente preferirei concentrarmi su altri progetti, sempre finalizzati al pubblico italiano.
6: A tuo parere quali sono gli artisti Ukyo-e che hanno maggiormente influenzato il tatuaggio giapponese?
Sicuramente Kuniyoshi più di tutti, ma anche Hokusai, Kyosai, Kunisada etc… Tra l’altro Kunisada (Toyokuni III) e Kunicika offrono degli ottimi spunti con i loro personaggi tatuati, specialmente attori kabuki
7: Come vedi il panorama del tatuaggio giapponese in Italia?
Sono molto felice di aver visto salire tanto il livello, abbiamo ottimi artisti sia nel tradizionale che nel new school e mi sento di affermare che molti non hanno niente da invidiare a grandi nomi internazionali. Spero di vedere ancora più sviluppo e più diffusione dei bei lavori.
8: So che nella tua collezione di tatuaggi è presente anche un pezzo realizzato con tecnica tradizionale giapponese, vuoi parlarci della tua esperienza a riguardo?
Si, è un piccolo pezzo fatto da Ouka del Rat skill di Okayama sul costato. L’esperienza è stata fantastica e voglio assolutamente ripeterla, magari con l’altro costato. Però l’ho fatto in convention e se da una parte sono contenta della possibilità che danno questi eventi di avvicinare appassionati e artisti, credo che nella tranquillità di uno studio sia un’esperienza ancora più bella e piacevole.
È una tecnica, contrariamente a come molti pensano, molto delicata e poco dolorosa rispetto al tatuaggio fatto a macchinetta, la bellezza è nella possibilità di godere del suono che emette la pelle, mentre è attraversata dagli aghi, splendida
9: Ora che il tuo libro è uscito e sta riscuotendo un grande successo tra gli appassionati non puoi certo fermarti qui, che progetti hai per il futuro?
Beh, adesso voglio concentrarmi molto sullo studio della lingua giapponese, anche se allo stesso tempo andrò avanti col collezionare testi, già ne ho in arrivo tre dal Giappone, e cercare informazioni. Il poter districarmi meglio col giapponese mi permetterà di portare avanti idee che ho da tempo e che spero di poter realizzare, ovvero uno studio sul legame tra province antiche ed irezumi punitivo, in più mi piacerebbe approfondire lo studio della shamisen bori, tra l’altro poter avere un pezzo del maestro Nakamura Toshikazu sarebbe un sogno
Intervista by Gallo (Twilight Tattoo)

Filed Under: Interviste, LIbri Tatuaggi, Simbologia Tatuaggi, Tatuaggio Giapponese

Intervista a Alessio Ye Olde Man

Marzo 31, 2015 by admin Leave a Comment

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Oltre la pelle: Alessio Ye Olde Man, lei è accusato di praticare il tatuaggio tradizionale europeo e di aiutare la ricerca culturale sul tatuaggio. Davanti a questa corte, cosa ha da dirci?

Alessio: Sono colpevole, e lo sono sempre stato!

Oltre la pelle : Inizi con le sue generalità

Alessio: Mi chiamo Alessio Salafia, classe 82, Palermo, detto Ye Olde Man, “il vecchio”, nell’antica lingua inglese

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Oltre la pelle: E come è nata questa sua insana passione?

Alessio: Non ho studiato arte, vengo dalla strada. Ho mischiato un’istruzione classica con le regole apprese dalla vita. Iniziai a studiare antropologia, ed al corso di antropologia culturale seguii una parte monografica sul Ta Moko, il tatuaggio maori sul volto. Da li tutto ebbe inizio. Scesi in strada, conobbi vecchi punk di Palermo, e mi feci fare il primo tatuaggio: un tribale in puro stile anni 80 a soli 14 anni!

Oltre la pelle: E dal punk, come passò al tradizionale?

Alessio: Ebbi sempre una grande passione per la marineria, e i miei periodi trascorsi in Inghilterra mi portarono nel cuore della tradizione nautica del tatuaggio! L’antropologia fu solo la spinta.

Oltre la pelle: Che mi sa dire del tatuaggio in Sicilia?

Alessio: Nella mia terra, il tatuaggio fu a lungo un argomento vietato: mafia e religione non permettevano di “deturpare” il proprio corpo con disegni e tatuaggi. Chi ne aveva uno, o era in carcere ma fuori dalle logiche gerarchiche della mafia, o solamente marinai.

Oltre la pelle: Non ci sono nella mafia tatuaggi di grado?

Alessio: Ne di grado, ne di soprannome o corporazione. Almeno a Palermo.

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Oltre la pelle: Eppure a Palermo vi sono persone anziane tatuate…come ce lo spiega?

Alessio: Semplice, o erano palermitani in carcere nel nord-Italia o nel Maghreb, o…

Oltre la pelle: O?

Alessio: O appartenevano ad una mafia dell’entroterra siculo! Li il tatuaggio esisteva, ed era vietatissimo da riprodurre e segreto. Una volta un mio amico mi chiese di interpretare un tatuaggio che aveva suo nonno: era un cobra che partiva dalla caviglia e arrivava, passando per coscia, natica e schiena, fino al collo dove lo mordeva. Al posto degli occhi, aveva due anelli, uno con un rubino e un altro con un brillante.

Oltre la pelle: E lei, riuscì ad interpretarlo?

Alessio: Si vostro onore! Per essere così grande quell’uomo sarebbe dovuto appartenere ad un alto rango mafioso. E così fu. E il cobra che mordeva al collo era simbolo di tradimento. E così fu. E gli anelli, rappresentavano il tradimento d’amore e l’onore della famiglia e….

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Oltre la pelle: Abbiamo capito! E così fu! Lei è colpevole di aver tatuato un signore di 45 anni, inglese a Palermo! E’ vero ciò che si narra?

Alessio: Si, e ne sono orgoglioso. Eseguire un tatuaggio in pieno stile tradizionale, un tatuaggio di guerra per giunta mi riempì il cuore. Fu un teschio trafitto da un pugnale, con la scritta in italiano “Vivo e muoio per quello che ho”

Oltre la pelle: E’ chiaro che la sua pazzia e il suo ossessivo studio per questa pratica l’avrà portata da qualche parte.

Alessio: Sono un tatuatore nomade. Mi piace definirmi così. Ultimamente ho collaborato con Old Knife di Torino e l’Old Continent di Monterotondo

Oltre la pelle: E si fermerà?

Alessio: Mai! Inizierò un progetto itinerante con un mio caro fratello, Ciro Calì (Ciruzzo Hellectric). Presto sarò a Lisbona, per la convention! Sempre aperto a nuove collaborazioni, in giro per l’Italia!

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Oltre la pelle: Per ora abbiamo finito, ma se avessimo bisogno di lei, dove potremmo trovarla?

Alessio: Su Facebook, vostro onore, come Alessio Ye Olde Man (https://www.facebook.com/alessio.oldeman) o per mail: alhead@hotmail.it

Oltre la pelle: La corte conferma le accuse: lei è completamente assuefatto da quella che lei chiama “tradizione”! La pena? Una vita di ricerca, folle e disperata, fra libri, tavole e inchiostri! Portatelo via!

Intervista a cura di “Oltre la pelle” per Tatuatori.com, frutto di una bella chiacchierata via skype, in attesa del fatidico incontro di persona! Buona Sorte!

Foto by  Maria Cristina Madera

Filed Under: Interviste, Tatuatori

Intervista a Ettore Bechis

Febbraio 14, 2015 by admin Leave a Comment

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Intervista a Ettore Bechis

Tatuatori.com : Ciao Ettore , quando hai cominciato ad interessarti di tatuaggi ?

Ettore Bechis : Ciao, ho iniziato a interessarmi ai tatuaggi intorno al 2000 ma ho comprato i materiali per iniziare a tatuare soltanto nel 2002…2 anni per decidermi ,ognuno hai suoi tempi.

Tatuatori.com :  Parlami del tuo stile e delle tue influenze artistiche….

Ettore Bechis :  E’ un pò difficile parlare del mio stile perchè non credo che esista, un paio di anni fa ti avrei risposto realismo oggi come oggi mi oriento di più verso delle belle linee solide e sono molto attratto dal neotraditional. Tra due anni chissà. L’unica costante rimangono i colori forti e vivaci perchè ho notato che negli anni sono quelli che durano più a lungo. Anche le mie influenze artistiche cambiano a pari passo con lo stile in cui cerco di tatuare,primo fra tutti Timmy b , è davvero un genio fa quasi venire il nervoso quanto è bravo! E poi mi piace tantissimo Emily Rose Murray, la grazia e il fascino che mette nei suoi lavori sono inconfondibili , considero anche Russ Abbott un grande artista. In realtà basta farsi un giro su Instagram per trovare una marea di artisti a cui ispirarsi, sopratutto tra i pittori contemporanei , Cam Rackam tanto per incominciare.

Tatuatori.com :  Esegui solo lavori nel tuo stile o cerchi do soddisfare idee del cliente anche se non ti rispecchiano come artista ?

Ettore Bechis :  Eseguo praticamente tutti i tipi di lavori , penso che sarebbe davvero una rottura di balle per me fare solo realismo o solo traditional tutti i giorni. Per esempio, la pasta al forno è buonissima giusto?! ma ti immagini mangiarla tutti i giorni per il resto della vita? Lo stesso penso che valga per i tatuaggi : un giorno fai un ritratto ,il giorno dopo un bel veliero e così via ( ogni tanto provo piacere a fare anche i tribali, trovo che siano rilassanti) . Non so se mi sono spiegato…Ma questo logicamente è un mio pensiero personale, di fatto è meglio crearsi un proprio stile , ti aiuta a posizionarti nel mercato e in più la gente ti riconosce.

Tatuatori.com : Quanto tempo dedichi al disegno e alla studio di tuoi pezzi ?

Ettore Bechis : Dedico molto tempo ai disegni perchè praticamente ogni lavoro che mi viene richiesto è un lavoro personalizzato, quindi prima si fa il disegno e poi il tattoo .Cerco di essere il più dettagliato possibile con i disegni perchè sarà tutto tempo guadagnato con l’esecuzione del tatuaggio, odio dovere prendere delle decisioni sul momento o improvvisare sarebbe davvero poco professionale. Invece la domenica e il lunedì vado un paio d’ore in spiaggia e poi se non ho niente in programma , mi dedico alla pittura, mi piace molto dipingere a olio e trovo che si possano trovare parecchi spunti da poter applicare successivamente al tatuaggio.

Tatuatori.com :  Quello del tatuaggio e’ un mondo in continua evoluzione, cosa e’ cambiato intorno a te da quando hai iniziato e in quale direzione pensi che stia andando il mondo del tatuaggio ?

Ettore Bechis :  Il mondo del tatuaggio è davvero in continua evoluzione , in tutti i sensi :i materiali , le tecniche , anche i media e internet hanno dato una svolta colossale all’ informazione ( anche un pò alla disinformazione ). Quando ho iniziato era difficilissimo reperire i materiali , ai tempi abitavo a Casale Monferrato non sapevo bene dove acquistare il necessario per tatuare quindi andavo in macchina fino a Torino da Marsan per comprare l’ inchiostro, gli aghi e l’acido per saldarli.

Se ci penso lo trovo allucinante! Ho iniziato a tatuare in Brasile e la’ mi hanno insegnato a saldare gli aghi , quando sono tornato in Italia non avevo idea che si potessero comprare già saldati, così per un pò sono andato avanti a saldarmi gli aghi da solo. Mi ero anche costruito una dima con le mollette dell’Ikea per tenere ferma la barra e gli aghi durante la saldatura .

Poi ho conosciuto quello che sarebbe diventato il mio mentore, Alessandro Doria ,che mi ha vivamente suggerito di comprare gli aghi già saldati. Macchinette esclusivamente Micky Sharp, c’erano anche altre valide marche italiane ,ma Micky Sharp mi faceva sentire più figo.

 

Tatuatori.com : Parlami del processo creativo che ti porta al tatuaggio su pelle, di come preferisci lavorare, se prepari bozze o disegni finiti su indicazioni del cliente, etc. etc

Ettore Bechis :  Il processo creativo è abbastanza semplice, normalmente il cliente fissa un appuntamento per telefono per poter esporre le proprie idee riguardo al tatuaggio,quando vengono in studio mi spiegano a grandi linee cosa vorrebbero, io faccio un paio di bozzetti su carta e una volta raggiunto un accordo fissano un appuntamento, io prendo le misure delle dimensioni della parte da tatuare e se ho tempo faccio il disegno prima della prima seduta altrimenti il giorno dell’appuntamento ci prendiamo tutto il tempo che serve per realizzare un bel progetto.

Tatuatori.com :  Cosa diresti a chi vuol intraprendere la strada per diventare tatuatore/trice ?

Ettore Bechis :  mmmmmhhh , cosa dire a chi vuole intraprendere la strada del tatuatore/trice… prima di tutto che è un lavoro bellissimo, ma che è sempre un lavoro! Anzi, è un lavoro che ti porta ad essere a stretto contatto con la gente , quindi devi avere molta pazienza, quello che per te può essere una banalità per loro magari è importantissimo, quindi devi essere sempre molto educato e ascoltarli, anche quando le sparano davvero grosse…lo so, delle volte è veramente difficilissimo, conto fino a 10 e poi riprendo il discorso.

Morale della favola, non atteggiarsi da rockstar, i tatuatori più famosi che ho conosciuto da Nikko Hurtado a Bob Tyrrel fino ad Alex de Pase, sono sempre stati amichevoli col prossimo, immaginatevi quanti vanno a rompergli le scatole con mille domande alle convention, eppure loro hanno sempre una risposta e un sorriso per tutti, loro sono tatuatori di successo…Il tatuatore reuccio di paese che se la tira rimane uno sfigato per tutta la vita.

Tatuatori.com : Cosa pensi dei tanti reality e programmi televisivi dedicati al tatuaggio ?

Ettore Bechis :  Mah! Tanti si lamentano dei reality e fanno tanto gli alternativi, poi alla prima occasione non si tirano indietro pur di apparire davanti ad una telecamera.

Per quanto mi riguarda i programmi sui tatuaggi hanno dato una grande spinta all’industria del tattoo, io credo che se oggi ho l’agenda piena in parte è anche grazie alla televisione , quindi sarebbe da ipocrita non ammetterlo.

Tatuatori.com : Le prossime convention a cui parteciparai ?

Ettore Bechis : Prossime convention : NTA Convention a Orlando il 27 Aprile 2015 , Tattoolapalooza Miami a Luglio data ancora da definire

Tatuatori.com : Cosa ti ha spinto a tornare/trasferirti a Miami ?

Ettore Bechis :  Ho deciso di trasferirmi a Miami per svariati motivi: prima di tutto il clima ed il mare. É dal 2007 che andavo avanti e indietro dall’Italia, 3 o 6 mesi a Miami all’anno ed il resto in Italia…cominciava a diventare un po’ impegnativo , 3 affitti ,bollette ,tasse ,biglietti aerei, appuntamenti da gestire ecc.. Dovevo prendere una decisione e, tra Cantù e Miami ho deciso per Miami.

Tatuatori.com :  Che tipologia di tatuaggi ti chiedono a Miami e quali differenze rispetto all’Italia.

Ettore Bechis : Ma guarda, sai che alla fine non c’è mica poi così tanta differenza tra l’Italia e Miami Beach per quanto riguarda la scelta dei soggetti da tatuarsi?! Più o meno siamo sempre lì, giappo , angeli , rose.. maori e polinesiani li fanno solo gli italiani. Dove ho aperto io (Nord Miami Beach) è una zona decisamente meno turistica di South Beach, lavoriamo quasi esclusivamente con gli abitanti di Miami e dintorni ( Boca Raton , Fort Lauderdale ecc.) questo fà sì che anche quando la stagione turistica finisce noi rimaniamo comunque impegnati e soprattutto riusciamo anche a fare lavori un po’ meno commerciali dei nostri colleghi di South Beach.

Tatuatori.com :  Che difficoltà burocratiche hai dovuto affrontare per lavorare a Miami ? 

Ettore Bechis : Ho dovuto affrontare una marea di difficoltà burocratiche per ottenere il visto di lavoro..ero quasi sul punto di mollare ma era una cosa che desideravo da troppo tempo.A parte il fatto di avere consultato svariati avvocati che si occupano prevalentemente di immigrazione e che ognuno diceva una cosa diversa dall’altro, il governo ti richiede cose del tipo essere membro di Associazioni di tatuaggi , peer review che praticamente sarebbero delle lettere di membri delle associazioni che dichiarano che tu sei effettivamente un bravo tatuatore e che meriti di lavorare negli Stati Uniti, apparizioni televisive con interviste, articoli su magazine specializzati , provare di avere fatto il giudice durante dei contest….più un sacco di altre cose alle quali preferisco non pensare più. Però, alla fine, ce l’ho fatta e adesso sono qua.


Tatuatori.com :   Un pensiero finale per i lettori di Tatuatori.com ?

Ettore Bechis :Non avere mai paura di fare le cose : se davvero vuoi una cosa alla fine la ottieni , ma non basta solo desiderarla, devi mettere in moto tutta una serie di piccole azioni che ti permetteranno di raggiungere il tuo obbiettivo , a volte bastano pochi mesi a volte anni. L’importante è non arrendersi.

Quando ho iniziato a tatuare ,dalle mie parti ,non c’era uno studio dove mi volessero a lavorare perchè non avevo esperienza oppure semplicemente perché non avevano abbastanza lavoro anche per me, così ho iniziato a mandare email e telefonare a tutti gli studi di tattoo partendo dal nord Italia.

Mi hanno risposto positivamente solo da Civitanova Marche, così ho aperto la mia partita IVA e sono partito per le Marche. Poco dopo essere partito (ero ancora in Piemonte), in un parcheggio ,mi hanno sfondato il vetro della macchina e mi hanno rubato quasi tutti i materiali, mi sono arreso? No! … Ma questa è un altra storia!

Un abbraccione a tutti gli amici di Tatuatori.com

Ettore Bechis

Salvation Tattoo Lounge Miami Beach

 

Filed Under: Interviste, Tatuatori

Intervista a Budda Tattoo

Gennaio 15, 2015 by admin Leave a Comment

Budda

 

Intervista a  Budda Tattoo

Tatuatori.com : Ciao Budda, quando hai cominciato ad interessarti di tatuaggi ?

Budda : Ho iniziato ad appassionarmi ai tatuaggi già  da quattordicenne, quando provavo a tatuarmi con gli aghi da cucito di mia madre e l’inchiostro della bic… Ma è diventata una vera passione solo da maggiorenne, come e è giusto che sia, con la piena consapevolezza di quello che facevo.

Tatuatori.com  : Parlami del tuo stile e delle tue influenze artistiche….

Budda : Già da subito sono stato rapito dal fascino e la solidità dei tatuaggi polinesiani, da come vestono il corpo e
dall’importanza che assumono nella loro cultura, studiando la quale, negli anni, ho rivoluzionato anche il mio modo di tatuare e l’approccio con i clienti.
Purtroppo internet e le nuove tecnologie non hanno contribuito a diffondere questa cultura, anzi l’hanno resa  una mera speculazione commerciale.
I segreti sul tatuaggio polinesiano sono custoditi nei libri, che consiglio di acquistare e consultare a chiunque si avvicini a questi stili.
Tatuatori.com  : Esegui solo lavori nel tuo stile o cerchi do soddisfare idee del cliente anche se non ti rispecchiano come artista ?
Budda : Eseguo tutti i generi di tatuaggi tribali. Gli stili che eseguo più spesso sono il polinesiano moderno (tahitiano) che e’ un mix tra gli stili tradizionali polinesiani, e gli stili tradizionali appunto :  marchesano, samoano, hawaiiano, maori.
Mi capita di eseguire anche pezzi più ornamentali come mandala e mendhi (lo stile indiano famoso per essere disegnato con henné), e disegni ipergeometrici.
Per i polinesiani uso solo inchiostro nero, e non inserisco elementi estranei come stelline, scritte, lettere o sfumature.
Credo che ogni tatuaggio debba essere unico ed irripetibile, quindi li disegno quasi sempre a mano libera direttamente sul cliente con dei pennarelli speciali a base d’acqua, seguendo le sue indicazioni, e non utilizzo assolutamente niente preso da internet o da altri artisti.
Tatuatori.com  : Quanto tempo dedichi al disegno e alla studio di tuoi pezzi ?
Budda : Molto, ma fortunatamente da quando lavoro free-hand non passo più le nottate a disegnare su carta.

Il mio supporto preferito ora e’ la pelle, ed il tempo che dedico alla progettazione del disegno lo condivido con il cliente che porterà il tattoo per il resto della vita, e che quindi deve assolutamente dire la sua.
Tatuatori.com  :  Quello del tatuaggio e’ un mondo in continua evoluzione, cosa e’ cambiato intorno a te da quando hai iniziato e in quale direzione pensi che stia andando il mondo del tatuaggio ?
Budda : Tutto. Quando ho iniziato era un mondo piccolo e di nicchia e visto male da tutti tranne da chi ne faceva parte. 15 anni fa farsi un tatuaggio era una scelta molto impegnativa, ora ci si tatua con molta più leggerezza e le mode rovinano un po’ la poesia di quest’arte, in compenso la qualità’ dei tatuatori , delle attrezzature e quindi dei tatuaggi stessi è aumentata esponenzialmente e continuerà ad aumentare in futuro.
Tatuatori.com  :  Parlami del processo creativo che ti porta al tatuaggio su pelle, di come preferisci lavorare, se
prepari bozze o disegni finiti su indicazioni del cliente, etc. etc
Budda : La prassi è sempre la stessa… non preparo niente prima, mi lascio ispirare dalle richieste del cliente, dalla parte del corpo che dedica a quel progetto e magari dalla musica che ascoltiamo in quel momento…
Già radendo e disinfettando la pelle intravedo le linee del corpo che vorrei seguire e quelle che vorrei cambiare. Mentre il cliente mi racconta cosa vuole simboleggiare o a chi lo vuole dedicare, io disegno la struttura del pezzo e poi i dettagli, a disegno finito il cliente ha qualche minuto per guardarsi allo specchio e familiarizzare col disegno, eventualmente modificarlo, il resto è solo routine: cercare di tatuarlo nel miglior modo possibile.
Tatuatori.com  :  Cosa diresti a chi vuol intraprendere la strada per diventare tatuatore/trice ?
Budda : Direi di farlo assolutamente perché è il mestiere più bello del mondo e dà grandi soddisfazioni, ma solo se si ha voglia di intraprendere una lunga strada in salita, dato che il mercato è saturo di tatuatori, ormai gli unici che riescono ad emergere sono quelli dotati di un proprio stile o quelli che hanno qualcosa di nuovo da proporre.
Tatuatori.com  :  Cosa pensi dei tanti reality e programmi televisivi dedicati al tatuaggio ?
Budda : Ormai sono diventati delle telenovelas, non li seguo più da tempo.
Tatuatori.com  :  Le prossime convention a cui parteciparai ?
Budda : Le mie tappe fisse saranno le International Tattoo Expò di Roma e di Trieste, ma spero di farne anche altre.
Chi fosse interessato ai miei tatuaggi può trovarmi anche all’Aseptic a Trento, al Nero di Seppia a Cattolica, al Luxury Tattoo a Grosseto, al Bonnie Tattoo a Perugia, al Fashion Tattoo a Pesaro, al Freak Doll Tattoo a Frascati, al Rocketqueen Tattooshop a Latisana (ud) , al Dynamite colors di Castiglione delle Stiviere (mn).
Tatuatori.com : Un pensiero finale per i lettori di Tatuatori.com ?
Budda : Grazie dell’opportunità, godetevi questo nuovissimo e bellissimo sito e naturalmente tatuatevi solo cose uniche !
www.buddatattoo.it

Filed Under: Interviste, Tatuatori Tagged With: tatuaggi polinesiani, tatuaggi tribali

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